Ridurre gli impatti ambientali della stalla

Un progetto che coinvolge 7 partner altamente qualificati con compiti specifici: Consorzio tutela Grana Padano, Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Fondazione Qualivita, oriGIn, Enersem and CNIEL.

Il Progetto LIFE TTGG ha permesso di calcolare gli impatti ambientali lungo tutte le fasi della filiera produttiva del Grana Padano, dall’allevamento per la produzione di latte, alla trasformazione e stagionatura del formaggio sino al confezionamento del prodotto finito.

In particolare, l’applicazione della metodologia Product Environmental Footprint (PEF) adottata nell’ambito del Progetto, ha evidenziato come la fase di produzione del latte sia quella associata ad un peso ambientale maggiore. La fase di stalla è infatti l’origine della quasi totalità degli impatti ambientali (circa il 91% sull’intera filiera). Il Progetto LIFE TTGG ha permesso di raggiungere un secondo risultato importante, ovvero prendere consapevolezza di quali sono le categorie di dati, e quindi le attività, che contribuiscono maggiormente all’impatto ambientale nel sistema stalla.

In sintesi, i contributi percentuali delle categorie di dati analizzati rispetto all’impatto totale, associato alla produzione di latte, sono così suddivisi: acquisto di alimenti (34%), produzione di alimenti (25%), emissioni da gestione degli effluenti di allevamento, da fermentazioni enteriche e da gestione della stalla (16, 12 e 6% rispettivamente), utilizzo di energia (5%), acquisto di materiale da lettiera (1%) ed impiego di acqua in allevamento (1%). Questi risultati sono stati il punto di partenza che ha consentito di identificare e studiare quali azioni di mitigazione possano essere potenzialmente adottabili dagli allevatori al fine di migliorare le performance ambientali del proprio sistema produttivo.

Sono state individuate 6 macro aree di intervento che vedono coinvolta una corretta gestione degli effluenti sia attraverso il miglioramento delle tecniche di stoccaggio che di utilizzo agronomico degli effluenti oltre alla possibilità di valorizzare quest’ultimi attraverso la digestione anaerobica; l’adozione di scelte gestionali con l’obiettivo di ottimizzare la composizione della mandria riformulando il numero di animali allevati in relazione al numero di animali in lattazione o aumentare la qualità degli alimenti autoprodotti e la provenienza geografica di quelli acquistati; infine l’adozione di un sistema di recupero di calore dal raffreddamento del latte nel tank.

Tra le misure di mitigazione proposte, l’impiego degli effluenti di allevamento in digestori anaerobici e l’ottimizzazione della gestione e distribuzione al campo degli stessi, sono risultate essere le più efficaci in termini di riduzione degli impatti ambientali totali.

I consorzi di tutela o le aziende con produzione DOP IGP possono avere informazioni e dettagli contattando il Politecnico di Milano capofila del progetto scrivendo a pieter.ravaglia@polimi.it.

 

Fonte: Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

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