La sostenibilità economica, sociale ed ambientale, una priorità per le filiere DOP IGP

Il nuovo Green Deal europeo e, in particolare, la strategia Farm to Fork guideranno nel prossimo decennio la transizione verso un sistema alimentare più efficiente, equo, sano e rispettoso dell’ambiente. L’Unione europea investe le proprie risorse in una politica che propone misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando per la distribuzione.

In questo nuovo corso, i prodotti DOP IGP rappresentano l’interlocutore ideale, poiché sono realizzati attraverso materie prime, metodi di produzione e tecnologie ben definite all’interno di un’area geografica delimitata, con fattori naturali di produzione non sostituibili. Tali elementi rendono le filiere a Indicazione Geografica (IG) un punto di riferimento privilegiato e permettono un’accurata ridefinizione di strumenti di supporto per rendere più efficienti i processi, in particolare quelli con ricadute ambientali.

I processi sostenibili si affermano come elemento in grado di generare valore e, non a caso, la correlazione tra sostenibilità, profitto e fatturato, fino ad ora ritenuta in molti ambienti non particolarmente rilevante, compie un balzo in avanti significativo. Anche le piccole e medie aziende che, in diverse aree dell’UE, rappresentano l’ossatura delle produzioni alimentari di qualità, come le IG, possono muoversi verso una soluzione sostenibile in ottica ambientale, economica e sociale.

Per i 1475 prodotti a Indicazione Geografica europei registrati (al 25 novembre 2020) e, in particolare, per le 254 filiere del comparto dei formaggi DOP IGP, una prima concreta occasione viene offerta dal progetto Life TTGG.

Obiettivo primario del progetto – realizzato da Consorzio tutela Grana Padano, Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Fondazione Qualivita, oriGIn, Enersem e CNIEL – è, infatti, di orientare lo sviluppo del settore lattiero-caseario verso un miglioramento dell’efficienza dei processi produttivi, capace di garantirne la crescita e di preservare la qualità in un’ottica di sostenibilità ambientale.

Step finale per raggiungere questo scopo è lo sviluppo di un software in grado di valutare l’impronta ambientale dei prodotti (Product Environmental Footprint – PEF) e di incentivarne la riduzione. Ciò consentirà l’adozione di soluzioni e tecniche volte a ottimizzare le performance dell’intero ciclo produttivo, al fine di garantire concrete possibilità di risparmio economico nonché un minor impatto ambientale a partire dalla produzione latte fino alla trasformazione in formaggio e al confezionamento del prodotto.

I consorzi di tutela o le aziende con produzione DOP IGP possono avere informazioni e dettagli contattando il Politecnico di Milano capofila del progetto scrivendo a pieter.ravaglia@polimi.it.

 

Fonte: Fondazione Qualivita

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